giovedì 17 novembre 2011

Museo Etnologico Marinaro Partenopeo


il Museo Etnologico Marinaro Partenopeo.
Che cosa era, di cosa si è interessato.
Cosa può fare oggi.


PRESENTAZIONE

Fondatori
Eugenio Macedonio, Giuseppina Prencipe


il Museo Etnologico Marinaro Partenopeo,
poche cose da sapere, dette in breve.
Il Museo Etnologico Marinaro Partenopeo Nasce in Napoli nel 1994, per la volontà dei suoi fondatori, Eugenio Macedonio, Giuseppina Prencipe, come primo e unico Istituto di conservazione per la conoscenza e lo studio del lavoro sul mare, i cui reperti abbracciano un arco di tempo pari a circa 5500 anni, (dal Neolitico ai giorni nostri), attraverso reperti e immagini che ne attestano le evoluzioni.
Trova spazio espositivo nell’isola di Procida, alla via Roma, 151b, la cui Direzione amministrativa è affidata con successo al Sig. Francesco Russo.
La Sovrintendenza del Museo, presieduta da Eugenio Macedonio. Promuove e inaugura strutture di diversa utilità, autonome  e di ausilio, come l’archivio storico dello stesso, in cui trova posto un’interessante biblioteca di appoggio.
Crea una sezione di ricerca storica.
Allestisce una sezione di ricerca storica, affidata alla prof. Dott. Maria Sirago.

Impianta un Istituto autonomo di Restauro, specifico per i reperti marinari, affidato nella conduzione alla Sig. Prencipe Giuseppina.
Struttura indispensabile al Museo stesso con propensione alle richieste esterne.

Promuove e sviluppa una sezione itinerante a scopo divulgativo, sensibile all’evolversi dei tempi e all’oblio delle memorie per le antiche marinerie.
Esso prevede lo studio dal vero di specifiche manovre nautiche in mare organizzate sul panfilo a vela in uso al Museo.
Cosa  che trova largo interesse di pubblico.

Si fa promotore di corsi sperimentali di “antichi mestieri” riportando e tramandando i valori artigiani della costruzione nautica per piccole imbarcazioni, adatte all’interesse giovanile; inoltre mantiene gli spazi di visita ai reperti, aperti e funzionanti. Oggi, anche grazie a queste possibilità, gli antichi mestieri non sono caduti in disuso.

Perché il tutto non ha funzionato.
La richiesta del Museo era  di trasferirsi da Procida a Napoli, inequivocabile come sempre, non si chiedevano fondi, né Regionali né tantomeno Comunali, si cercava soltanto un luogo di appoggio adatto ai reperti e per l’Istituto di restauro Marino, che offriva possibilità lavorative specifiche, altamente richieste.
Purtroppo tutto fu vano, non vi era volontà politica, non si comprese appieno cosa in realtà significava per il meridione una simile attiva struttura museale.
Non rimase altro che lo scioglimento della struttura, trasferendo i reperti di proprietà del museo al Comune di Procida, che sensibili e disponibili, nella figura dell’allora sindaco Dott. L. Muro, allestirono nello stesso comune una bella sala espositiva, turisticamente visitabile.

I progetti ancora recuperabili, appartenenti al Museo Etnologico Marinaro Partenopeo.
Progetto di nave Museo: per la divulgazione del pensiero marinaro con finalità di divenire strumento di dialogo tra i popoli del Mediterraneo.
Già presentato alla trasmissione Geo e Geo e gemellato con il Museo del Mare di Palermo, il cui Presidente il Dott. Pietro Maniscalco prende contatti con i cantieri per mettere in essere l’ambizioso progetto, oltre la televisione anche la stampa Partenopea s’interessa per le sue molteplici possibilità.
La falsa scia di quanto costruito, permise agli Istituti Nautici di Stato, di avvalersi delle stesse possibilità, trasformando gli stessi Istituti in disutili musei, sottraendo fondi e possibilità a strutture e progetti di più largo interesse, approfittando delle leggi a favore.

Progetto marinaio globale: È stata l’unica struttura Museo che, interessandosi alla sicurezza in mare e nei porti, propone una nuova figura professionale, in terra come responsabile dei porti turistici e in mare non più skipper autodidatti ma figure di grande professionalità e sicurezza, attraverso la formazione del marinaio globale, con istituzione di un albo professionale e obbligo d’iscrizione.
Albo adatto a disciplinare le figure che spesso nei marina sono abusive e tuttofare o stagionali, di cui l’utenza non ha strumenti per appurarne le effettive capacità.

Le reali possibilità oggi.
Esistono le memorie storiche del museo e sufficienti reperti, adatti a creare grande interesse di pubblico per un’esposizione divulgativa, rendendole nel caso permanenti, se vi è la volontà politica.
In ogni caso i fondatori, possono offrire la competenza specialistica oltre che i reperti per esposizioni di cultura marinara d’interesse morale.
Certi di essere utili a far conoscere una ambita realtà dimenticata






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