domenica 1 gennaio 2012

Interrogativi del Prof. Eugenio Macedonio

Dalle letture del prof. Eugenio Macedonio.
Quesiti molto particolari
Personale Strenna d’augurio per il 2012.
Un intrigante e all’apparenza innocente frase è scritta nel catalogo, sul Ceramista Peppe Macedonio ediz. 2011, alla Pag73, rigo31-35.  
Essa riguarda la grande fontana della Mostra d’Oltremare, del cui progetto s’interessò l’Arch. Carlo Cocchia.
L’argomento è così riportato: l’intero impianto traeva ispirazione dalle scenografiche architetture settecentesche prima fra tutte la reggia di Caserta, dove sia il verde che l’acqua erano considerati elementi essenziali del progetto architettonico.
Un’affermazione che non lascia trapelare il modo in cui può essere offensiva, se non si conoscono i fatti, frase all’apparenza vuota di contenuti ma, vedremo dalla risposta in qual modo offende e mortifica il pensiero dell’Arch. Carlo cocchia.
Per ben comprendere la logistica, bisogna almeno superficialmente conoscere l’entroterra culturale in cui è stata creata.
Giusto per meglio apprezzarne poi la soluzione.
La generica e profonda superficialità del volume che contiene la frase, è legato all’averlo affidato a persone mancanti di ogni pur minima cognizione sulla vita e le opere del Maestro ceramista, (in questa affermazione, s’intende l’intera equipe preposta al catalogo).
Si sa che storicamente la cosa fu voluta dalla stessa Lucia Macedonio, che in un gesto tanto superficiale da scivolare nell’essere incosciente,  compie un azione a lei comune, certamente avventata per non dire uterina, e ben programmata nel tempo, che mirando a escludere il sottoscritto, allettata da personali ragioni che esulano dalla cultura o dall’affetto filiale, compie il gesto inconsulto. Adatto ad arrecare un incalcolabile danno non solo alla figura dello stesso padre, quanto alla storia che tentano di far conoscere, attraverso errori ed omissioni, di cui, uno dei tanti esempi è qui riportato.
Altri si ricorda sono contenuti nel documento distribuito gratuitamente e su richiesta o in forma anonima scaricabile da questo stesso blog).  
Ella, Lucia,  affida senza poi seguirne le sorti, la parte più delicata, la stesura della vita e opere a un’ignara “collaboratrice”, totalmente impreparata al compito affidatole, inadatta  ma che per gloria, accetta.
Non conoscendo minimamente le cognizioni storiche e culturali sulla vita e le opere di Macedonio è costretta a svariati pellegrinaggi, verso una memoria ritenuta certa, il prof. G. Borrelli che da quanto il volume riporta, sembra sia tutt’altro.
Un bel modo di ripagarlo, con questo bel favore.
D’altro canto anche il comitato scientifico, per altro mancante di un membro dalla specifica esperienza, confida ciecamente sulle informazioni ricevute dalla memoria storica e certi del risultato neanche controllano quanto è riportato.
Deduco che nel caso il controllo fosse avvenuto, lascerebbe comprende con maggior  terrore che lo stesso comitato non ha avuto neanche le capacità culturali non di agire quanto di comprendere. Fallendo miseramente nello scopo.
Si comprende che in questa storia, ognuno tenta di trarne un profitto, certamente diverso l’uno dall’altro, e lontano dalla cultura, spolpando Macedonio.
Cosa dal sottoscritto a suo tempo già denunziata ai patrocinatori del progetto che ne hanno perso atto.
Poi al danno la beffa, per il mondo.  
In questa totale disfatta la stessa compilatrice dell’opera “eccelsa”, si sente eguagliata al Sommo Poeta, tanta la prosopopea proferita, senza pensare al pasticcio combinato cercando almeno di arginarne l’orrore da essa compiuto manualmente e voluto dalla figlia del grande Maestro, Lucia. 
Scarabocchi di scritti, in una compilazione vergognosa, che mai appagata, rafforza i concetti in modo che ogni opera e ogni personaggio, sembri fosse copiato da qualcuno o qualcosa d’altro.
Altri libri possono essere ugualmente interessanti come sostitutive letture.
Questa volta ho scelto un racconto riportato in una doppia versione, integrale o edulcorata per l’infanzia che mi accingo a proporre. 
È una favola dei fratelli Grimm, “I musicanti di Brema”, la cui storia, in maniera indifferente, offre la possibilità a “quattro” straccioni di far soldi attraverso un artifizio bello e buono, che coinvolge e mortifica persone per bene e membri della comunità, alle spalle di altri ignari, per un unico, proprio tornaconto.
Ogni allusione a persone o cose è puramente casuale.
Una storia che insegna più di un precedente romanzo, già proposto, il cui titolo:  “Quattro personaggi in cerca d’autore”, non è però tanto piaciuto, chissà perchè.
Ritornando all’interrogativo, si spiega che nella frase riportata, si ragiona su di un terreno comprensivo della professionalità dell’ Arch. Carlo Cocchia, che posso personalmente assicurarvi, è immensa.
Senza specifiche conoscenze si potrà quindi solo millantare il suo lavoro.
Proferirò che gli studi compiuti per edificare la fontana della Reggia di Caserta, usando un veloce aforisma napoletano, riportato qui d’appresso in forma epurata e italianizzata, c’entra nel progetto della grande fontana della Mostra d’Oltremare, come quanti : “hanno  scambiato il Cabip bipo con la banca dell’acqua”. Volendo intendere che entrambi versano acqua, ma in quale diverso modo!!!

Il prof. Eugenio Macedonio in una forma scherzosamente dotta, ricordando il quesito: perchè l’architetto Carlo Cocchia progettò la Grande fontana della Mostra d’oltremare e il parco, suo contenitore, a quel modo?  Avrà piacere di rispondere su questo stesso blog il giorno della befana.
                                      A rileggerci presto,  Vostro prof. Eugenio Macedonio.

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